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Anorgasmia

Anorgasmia Femminile

Per ANORGASMIA si intende la difficoltà a raggiungere l’orgasmo in seguito alla stimolazione sessuale.

Tale condizione affligge più donne di quanto non si pensi benché alla donna vada riconosciuta una capacità di saper “godere” dell’atto sessuale anche per tutto un corredo di ritorni appaganti legati ad una partecipazione emozionale e affettiva tipica di una sessualità più intimistica e meno speculativa ( rispetto all’uomo ) dove il “gusto dell’intimità” svolge un significativo ruolo di gratificazione personale.

L’esigenza di associare a questa dimensione intimistica anche quella fisica del piacere fa porre, a molte donne che non la provano, l’obiettivo di riuscire a raggiungere l’orgasmo attraverso soluzioni che spesso si rivelano sbagliate e capaci di mantenere o addirittura rinforzare il problema. Il punto di partenza per questo processo risolutivo è quello dell’auto-conoscenza emozionale da realizzare nel quadro di una riappropriazione delle proprie potenzialità percettive legate al corpo, ad ogni parte del proprio corpo fino a goderne pienamente.

Una guida esperta ed efficace su questo cammino può essere offerta proprio dalla sex-therapy che la sessuologia oggi mette a disposizione.

L’orgasmo nella donna

L’orgasmo femminile è ancora l’argomento sessuologico più studiato a motivo della sua complessità ma anche della sua recente affermazione nel processo evolutivo della specie. La sua non indispensabilità procreativa potrebbe aver tardato la sua conoscenza ed acquisizione situandola a non più di tremila anni fa in occasione delle prime forme di vita organizzata fra umani ed anche in concomitanza con i più evoluti sviluppi psico-fisici della specie umana.

L’orgasmo femminile è fondamentalmente provocato dalla stimolazione clitoridea diretta o indiretta attraverso la tensione con cui molte strutture dell’apparato genito-urinario femminile, vagina, uretra, o limitrofe come perineo, retto, partecipano al coinvolgimento erotico e sessuale.

La clitoride, organo posto all’interno delle piccole labbra in alto, ha una estensione esterna di 1-2 cm con un prepuzio ed una capacità erettile che ne determina l’ingrossamento e la protrusione in concomitanza della fase eccitatoria. La clitoride può così essere stimolata direttamente dall’esterno ma, recentemente, si è scoperta una sua estensione anche interna in prossimità della parete anteriore della vagina dove il suo “bulbo” potrebbe corrispondere a quel punto “G” indicato un tempo come apice della sensibilità endovaginale dal ginecologo Gräfenberg, ritenuto suo scorpitore. Un unico punto essenziale per il piacere endo-vaginale femminile è da tempo sconfessato dagli studi sessuologici più moderni anche se importanti scoperte anatomiche realizzate grazie all’avvento della RMN hanno mostrato appunto che la Clitoride è formata da una radice che si approfonda all’interno della parete fra vulva e vagina . Potremmo, quindi, concludere che i due orgasmi, clitorideo e vaginale, sempre riferiti alla donna come distinti e separati, non siano altro che la conseguenza della stimolazione di un unico organo, la clitoride, per vie diversa, esterna diretta (glande) e interna ( bulbo ) attraverso le pareti vaginali o le altre strutture prima accennate. Ciò però non esclude anche una sensibilità erotica più diffusa sulle strutture suddette in modo da renderle di per sè protagoniste del piacere sessuale. A seconda, quindi, della zona stimolata, cambierebbe il tipo di orgasmo e le modalità stimolatorie capace di scatenarlo.

La clitoride, quindi, è da ritenersi il vero organo del piacere, ma forse non l’unico, e si conferma ricca di recettori sensoriali dimostrati dalle innumerevoli terminazioni nervose che in essa si racchiudono, stimate in oltre 8.000, il doppio circa di quelle trovate nel glande maschile, e raggruppate in una superficie molto limitata. Da ciò si deduce che la donna sia ancor più dell’uomo in condizioni di provare piacere ed orgasmo, anche se statistiche alla mano e narrazioni di storie personali dimostrerebbero il contrario. C’è qualcosa che non torna se non si allarga il discorso all’aspetto cognitivo, relazionale, ambientale, sociale… e di questo parleremo più avanti.

Nel meccanismo produttivo dell’orgasmo tutte queste terminazioni sembrano raccogliere stimoli che vengono trasformati in percezioni sensoriali piacevoli in un crescendo che raggiunge un acme nel quale la scarica sensoriale si fa così intensa ed esplosiva da costituire l’orgasmo con tutta la sua potenzialità appagante.

Certamente la conoscenza maggiore del meccanismo biologico ci aiuta a capire di più cosa e come succede nella donna nella fase eccitatorio-orgasmica ma non basta a spiegare quali e quante pre-condizioni mentali, culturali, affettive, emozionali, etiche ecc. siano necessarie a permettere che questo meccanismo si realizzi appieno. In questo senso occorre chiarire anche qualche altro aspetto.

Una delle caratteristiche dell’orgasmo femminile è che non si accompagna al senso di inevitabilità tipico della fase pre-orgasmica maschile. Ciò spiega perché nella donna si possa rinunciare all’orgasmo fino all’ultimo momento e quindi renderne il raggiungimento estremamente vulnerabile ad ogni tentativo, più o meno cosciente, di inibirlo. La donna fino all’ultimo deve poter e saper assecondare e favorire il piacere orgasmico fino all’ effettivo raggiungimento del suo culmine e questo rende fragile il meccanismo orgasmico femminile, così che ogni distrazione, ogni disturbo, ogni atto di volontà contrario può, in ogni momento, arrestarlo, anche a ridosso del suo compimento. Questa potenzialità inibitoria spiega la vulnerabilità dell’orgasmo femminile rispetto a quello molto meno controllabile dell’uomo ( che invece ha un periodo di inevitabilità orgasmica raggiunto il quale non è più possibile regredire dall’impulso pro-orgasmico ).

Inoltre l’orgasmo femminile, solitamente, non provoca il periodo refrattario post-orgasmico ( invece obbligato nell’uomo ) per cui molte donne ( ma non tutte ) possono raggiungere più orgasmi consecutivi. Infine nel 5%delle donne si può avere una certa emissione secretoria orgasmica che ricorda, vagamente, l’eiaculazione maschile.

Va detto, a questo punto, che quello che sappiamo ad oggi non è sicuramente tutto quello che c’è da sapere sull’orgasmo femminile. Studi e ricerche stanno indagando su vari aspetti della sessualità della dona e non tarderanno a svelarci novità interessanti, ma già queste recenti acquisizioni ci aiutano a capire meglio un argomento di cui si è parlato a lungo senza conoscenze scientifiche specifiche che l’evoluzione tecnico scientifica oggi ci permette di ottenere. Questo non significa che si possa credere che il tema dell’orgasmo femminile possa chiarirsi solo attraverso la ricostruzione dei meccanismi biologici che lo determinano proprio perché siamo estremamente convinti che sulla sessualità si giocano ruoli psicologici, relazionali, cognitivi, sociali capaci di condizionare profondamente l’agire sessuale e che quindi l’orgasmo non possa ridursi alla sola spiegazione del mero meccanismo biologico di produzione ma vada inquadrato nella più ampia componente psicologica e psico-sessuale della persona.

Quando non arriva

Nella donna distinguiamo una forma di anorgasmia riferita solo all’orgasmo interno o vaginale ( anorgasmia parziale ) ed una che coinvolge anche l’orgasmo clitorideo ( anorgasmia totale ).

Se l’orgasmo è irraggiungibile solo in presenza di un partner ( o di un preciso partner ) ma non nella masturbazione ( o con altri partner ) l’anorgasmia è relativa, se invece l’orgasmo è assente anche nella masturbazione o con qualsiasi partner ci troviamo dinanzi ad una anorgasmia assoluta.

L’importanza assunta dall’ orgasmo nella sessualità femminile, negli ultimi decenni, come carattere individuale correlato alla evoluzione ed emancipazione femminile lo ha posto al centro dell’ agire sessuale ed oggi, giustamente, l’orgasmo femminile non è solo riconosciuto possibile

ma indispensabile al buon funzionamento sessuale della coppia. Spesso questo si traduce in condotte sessuali forzate da una volontà caparbia di voler raggiungere a tutti i costi l’orgasmo come un evento liberatorio e rassicurante sia per la donna che per l’uomo. Tale atteggiamento, se eccessivo, può scatenare ansie dell’evento così forti e ripetute da divenire un vero e proprio boomerang nella misura in cui l’ aspettativa orgasmica accresce l’ ansia e questa stessa finisce per allontanare e contrastare l’orgasmo stesso. Si innesca così un circolo vizioso che peggiora la situazione che appare, ovviamente all’interessata, sempre più senza soluzione. Si pensa di fare tutto per riuscire nell’intento ma in realtà si sta facendo esattamente in contrario.

In realtà provare l’orgasmo non è e non può trasformarsi in un atto di volontà perché non è un atto provocabile a comando ed anzi un simile atteggiamento non fa altro che creare il “problema di doverlo ottenere ” invece di favorire il più utile atteggiamento del “predisporsi a raggiungerlo”. L’orgasmo non può che essere pensato e vissuto come una meta possibile alla quale si giungerà al momento opportuno come completamento di una fase più prolungata di percezione del piacere e di godimento delle sensazioni erotiche in graduale ascesa verso il suo naturale compimento massimo.

A molte donne questo atteggiamento riesce naturale mentre per altre le ansie, le paure, i condizionamenti frenano la capacità di abbandonarsi al piacere sin dai primi momenti del rapporto sessuale oppure, pur sapendo godere delle prime sensazioni piacevoli, entrano in un blocco percettivo più tardi quando realizzano che sta per arrivare il momento tanto atteso.

E’ allora che mettono in atto una serie di comportamenti più utili ad allontanarlo che a favorirlo…quasi che, pur volendolo fortemente, non si riconoscano capaci o non vogliano concedersi il premio oppure, ma più di rado, non ritengano l’orgasmo una cosa buona e giusta e quindi volutamente se ne astengano.

Va tenuto presente che nel meccanismo orgasmico ogni atto di volontà ( di posticiparlo come nell’uomo o di anticiparlo come nella donna ) determina l’effetto inverso per cui queste forzature si traducono spesso in un risultato opposto a quello desiderato. L’analisi sessuologica di queste condizioni dovrà spingersi alla scoperta delle cause che sono alla base di questo atteggiamento, a volte anche inconsapevole, per poter mettere in essere un approccio terapeutico efficace, rapido ed accettabile dalla donna stessa.

Una eccessiva preoccupazione per l’orgasmo femminile spesso è vissuta anche dal partner il quale, a volte, vede nell’orgasmo raggiunto dalla sua partner una conferma delle proprie capacità e potenzialità sessuali. Questo atteggiamento finisce per aggravare la situazione ponendo ancora di più l’accento sull’aspetto della “abilità” e conseguentemente su un giudizio di “capacità a fare” con perdita di naturalezza e spontaneità.

Come farcela

Le sensazioni che ci giungono attraverso i sensi e, quindi, il corpo, se non vengono assecondate ed elaborate dalla mente non riusciranno mai a trasformarsi in emozioni e quindi in piacere. Il ruolo della mente è proprio quello di percepire, raccogliere e dare risonanza a tutte quelle stimolazioni sensoriali che il contatto con l’altro determina.

I sensi ci permettono di raccogliere stimoli importanti: la voce, il profumo, le carezze, le forme, il sapore del partner… sono in grado di coinvolgere la persona in uno stato eccitatorio che é l’unico stimolo utile per vivere la sessualità. Sapersi concentrare in modo percettivo su questi stimoli ci permetterà di entrare in quello stato “ipnotico” che è rappresentato dall’agire-percepire sessuale.

Ma proprio come per entrare in trance ipnotica non serve solo volerlo ma occorre favorire il proprio rilassamento attraverso un atteggiamento di rinuncia e di desistenza tali da far cadere ogni barriera ed ogni resistenza così, per percepire il piacere sessuale e raggiungere l’orgasmo, occorrono abbandono e concentrazione insieme. Un binomio, questo, che, a prima vista, sembrerebbe contraddittorio e che invece rappresenta la chiave risolutiva e determinante:

abbandono, come superamento di tensioni, di timori, di inquietudini di resistenze, e concentrazione, come capacità di prestare una attenzione percettiva alle sensazioni che gli stimoli esterni producono sul proprio corpo.

Per questo è fondamentale acquisire una conoscenza di sé ed una capacità di ascoltarsi e realizzare nella coppia una relazione serena, rassicurante, partecipata da entrambi.

Antonio Artegiani


Nel nostro studio

Molte donne non trovano in amore, per svariate cause personali o di coppia, la giusta condizione psico-fisica indispensabile per il raggiungimento del picco orgasmico La evoluzione socio-culturale che in questo ultimo quarto di secolo ha visto la donna assurgere ad un ruolo di protagonista nella storia sessuale e affettiva della coppia ha contribuito ad una sua presa di coscienza delle proprie potenzialità creando i presupposti per rivendicare il diritto alla completezza del ruolo femminile anche in amore.

E’ possibile far sviluppare un atteggiamento capace di recuperare questa difficoltà attraverso una modo diverso e più partecipato di vivere la sessualità.

La Sex-Therapy che applichiamo nel nostro studio è in grado di permettere l’acquisizione di nuovi atteggiamenti verso sé e con il partner in grado di permettere l’ appropriazione di una nuova capacità di vivere il gusto dell’incontro sessuale assecondando la auto-percezione del piacere fino alla sua naturale conclusione orgasmica. Per fare questo si segue un percorso psico-terapeutico breve e molto concreto che permette il raggiungimento dell’obiettivo in termini di poche sedute purché ci sia disponibilità a lavorare anche fra le sedute su obiettivi intermedi posti dalla terapia e ci sia condivisione del percorso all’interno della coppia.

Via Campo di Marte 8/P Perugia
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